La Maremma, è un viaggio di incontro emozionante alla scoperta del passato e anche un’interessante esplorazione dell’arte moderna.
Iniziamo con il passato con il Parco degli Etruschi: 11 siti sparsi su tutto il territorio della provincia di Grosseto, dalla costa alle zone più centrali; e comprende anche Follonica, Magliano, Manciano, Saturnia, Montemerano, Massa Marittima, Orbetello, Pitigliano, Scansano, Scarlino e Vetulonia.
Borghi antichi che raccontano, nei vicoli stretti, nelle fortificazioni, negli angoli suggestivi la storia dall’epoca etrusca, alla dominazione romana, fino alle lotte medievali.
Da visiatare anche il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto alla Fortezza Orsini di Sorano.
Per passare all’arte contemporanea nei dintorni di Capalbio si trova un giardino unico nel suo genere: il Giardino dei Tarocchi, un parco artistico creato da Niki de Saint de Phalle nella seconda metà del secolo scorso. Ispirata dal Parco di Guell di Gaudì a Barcellona. Vi si trovano 22 grandi sculture che raffigurano gli Arcani Maggiori delle carte dei Tarocchi: la Papessa è l’opera più rappresentativa, ma troviamo anche la Giustizia, il Sole, il Mago, l’Albero della vita, il Diavolo, la Ruota della Fortuna.
PROSEGUENDO SEMPRE CON L’ARTE CONTEMPORANEA: “Il Giardino dei Suoni di Paul Fuchs” a Boccheggiano, nel comune di Montieri, dove oltre 20 sculture di ferro, bronzo e rame, collocate in particolari posizioni, creano suoni in completa armonia con l’ambiente circostante; “Il Giardino di Daniel Spoerri”, nel Comune di Seggiano, dove è esposta la vasta collezione di opere raccolte dall’artista svizzero; sempre nell’area del Monte Amiata, il “Giardino di Piero Bonacina – Arte a Parte –“ a Montegiovi, nel Comune di Castel del Piano, un atelier all’aperto ricco di sculture realizzate in legno, metallo, cemento e pietra, pienamente integrate nel paesaggio.
L’unione di molteplici materiali vanno a creare i “Viaggi di ritorno”, opera del bioarchitetto Rodolfo Lacquaniti, realizzata nello spazio naturale dell’ex padule di Buriano a Castiglione della Pescaia, ci consentono infine di immergerci a pieno in un percorso surreale disseminato di installazioni e videoart.
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Il Giardino di Daniel Spoerri
Alle pendici del Monte Amiata, circa 80 km da Siena, si nasconde un “giardino del paradiso”. Il parco sculture di Daniel Spoerri, con 87 opere di 42 artisti diversi, è un luogo assolutamente da visitare e dove viaggiare con la fantasia. Sì, perché camminando tra una scultura e l’altra si sperimenta il significato della scritta posta sul cancello d’ingresso: “Hic Terminus Haeret” , “Qui aderiscono i confini”.
Questo parco d’arte contemporanea, realizzato a Seggiano negli anni ’90 e oggi diventato una fondazione, è infatti un punto d’incontro tra menti creative ideale , 15 ettari di terreno dove la natura dialoga con le sculture in bronzo dell’artista e quelle donate al parco da molti altri geni dell’arte internazionale.
Il percorso, che non segue una definizione precisa, può essere considerato un itinerario didattico attraverso cui entrare in contatto con l’immaginazione artistica e la bellezza della natura.
Il parco è stato ideato dall’artista Daniel Spoerri, il quale dopo aver vissuto a New York, a Simi, a Düsseldorf,Parigi ed in altre parti del mondo, arrivò negli anni novanta in Toscana, prima a Arcidosso e poi a Seggiano nel 1992, dando vita in quest’ultimo luogo, presso la sua abitazione-laboratorio, al progetto di un parco-museo di sculture ed installazioni.
Il percorso, all’interno dei 16 ettari di parco, si dipana fra ampi spazi erbosi e boschetti con un andamento apparentemente casuale; le opere d’arte contemporanea si dispongono in ordine sparso integrandosi e mimetizzandosi nel paesaggio. Oltre al percorso scultoreo esiste anche un percorso botanico in cui molte piante sono contraddistinte da un cartellino che ne sottolinea la specie e le curiosità. Inoltre, per ogni artista presente nel parco è presente un esemplare di olivo tipico del territorio e noto con il nome di “olivastra seggianese”.
La Cantina Rocca di Frassinello
Elegante ed essenziale, la cantina firmata Renzo Piano è stata progettata per garantire la massima qualità dei vini
Rocca di Frassinello nasce dall’idea di replicare il modello di eccellenza di Castellare di Castellina nel Chianti Classico in un nuovo territorio. La scelta è stata di guardare alla Maremma, non puntando sul già affermato territorio di Bolgheri, bensì cercando terreni altrettanto o più qualificati, poi individuati nel comune di Gavorrano, davanti al borgo antico di Giuncarico.
E proprio lì è nato il primo, e a oggi unico, progetto di joint venture italo-francese per la produzione di vino: l’accordo fra Castellare e Domaines Barons de Rothschild ha messo assieme l’esperienza di Castellare nella coltivazione e vinificazione del vitigno principe toscano, il Sangioveto e quella di Chateau Lafite sui vitigni francesi, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Shiraz. Sono così nati vini oggi pluripremiati come Poggio alla Guardia, Sughere di Frassinello, Rocca di Frassinello e Vermentino.
Ma Rocca di Frassinello è in breve tempo diventata protagonista di una sfida al più famoso vino d’Italia, Masseto, nello spirito della Coppa America di vela dove chi ha coraggio può diventare Challenger per cercare di strappare la coppa al Defender: per contendere questo titolo, l’enologo Alessandro Cellai ha realizzato Baffonero, che prende il nome dall’omonima vigna, 100% Merlot. Il nome racconta una storia tutta maremmana; infatti a pochi passi dalla vigna si radunano gli uomini e i cani delle battute di caccia al cinghiale ed il Capocaccia ha un soprannome per tutta la durata della sfida con i cinghiali: lo chiamano appunto Baffonero. Ora Baffonero è un vino che nel nome sintetizza non solo tutte queste storie ma, a un tempo, la potenza e l’eleganza apparente-mente nascosta di una terra unica come la Maremma.
Per la realizzazione della cantina è stato scelto uno dei più grandi architetti al mondo, Renzo Piano che ha concepito una cantina essenziale nelle forme, esaltando la funzionalità di quello che rimane uno stabilimento: il grande architetto ha infatti prestato un’attenzione particolare all’utilizzo della forza di gravità nel processo di vinificazione, in modo da garantire la massima qualità dei vini. La progettazione delle cantine normalmente ne asseconda l’ordine produttivo: dai locali per la ricezione e selezione delle uve, alla tinaia, alla barriccaia, fino ad arrivare al magazzino. L’architetto Piano ha invece rivoluzionato questa concezione degli spazi ponendo al centro la barriccaia, sottoterra, per mantenere naturalmente stabili umidità e temperatura. Un grande quadrato di 70 metri per 70 con un immenso solaio che si regge senza il sostegno di alcuna colonna. Intorno, come in una cornice larga 20 metri, tutte le altre funzioni del ciclo produttivo: su due lati sono distribuiti i tini in acciaio, sopra ciascu-no dei quali, attraverso un chiusino accessibile dal tetto sovrastante (il sagrato, lo chiama Piano), nel periodo di vendemmia l’uva scende per caduta.
A Rocca di Frassinello, oltre che l’opera di Piano, è oggi possibile riscoprire le antiche tradizioni enologiche della Maremma attraverso la visita alla mostra esperienziale “Gli Etruschi e il vino a Rocca di Frassinello” inaugurata nel 2015 su progetto dall’arch. Italo Rota. I reperti archeologici – molti dei quali vasi e calici da vino – ritrova-ti all’interno della proprietà durante i lavori di recupero della Necropoli Etrusca di San Germano (una delle più importanti realtà archeologiche del territorio dell’antica città etrusca di Vetulonia) fanno da sfondo ad un percorso narrativo che, viaggiando attraverso i secoli, fa riscoprire le tradizioni vitivinicole di un popolo che quasi 3.000 anni fa già coltivava la vite in questi stessi terreni.
Nel Pavillon, l’elegante sala posta sulla terrazza di Rocca di Frassinello, si viene invece proiettati nell’arte moderna: nel 2014, l’azienda ha celebrato le sue prime 10 vendemmie con una collaborazione con l’artista e fotografo americano David LaChapelle che, dopo un soggiorno a Rocca di Frassinello, ha voluto raccontare con la sua opera “Rapture of the Grape” il rispetto per il vino e la sua storia, l’umiltà e la ricerca della perfezione che ha avvertito tra le persone al lavoro nella cantina. Il capo-lavoro di La Chapelle è stato donato alla cantina e si trova oggi in esposizione permanente a Rocca di Frassinello.
Fattoria le Mortelle
La Fattoria Le Mortelle si trova in Maremma, vicino a Castiglione della Pescaia. Faceva parte di un complesso più ampio chiamato La Badiola, già individuato sulle carte geografiche da Leopoldo II a metà dell’800. Gli Asburgo Lorena, bonificando l’area malarica di Grosseto, vollero rendere i possessi della Badiola e dell’Alberese delle fattorie-guida per l’allevamento di bovini.
L’azienda appartiene alla famiglia Antinori che dal 1999 ha lavorato sia ai vigneti che alla nuova cantina con la convinzione che l’area, ancora emergente nel panorama vitivinicolo italiano, sia altamente vocata alla produzione di vini di qualità e che qui si possono esprimere al meglio le caratteristiche del terroir e delle varietà coltivate.
La tutela ed il miglioramento del patrimonio culturale, aziendale, tecnico e produttivo che ci è stato affidato dai nostri predecessori sono parte dei valori derivanti dalla tradizione.
La sostenibilità non è per noi un progetto, un obiettivo o una strategia, ma è parte integrante della nostra cultura da sempre.
Un approccio sano e rispettoso dell’ambiente, nella migliore tradizione agricola, uniti alla ricerca e alla tecnologia, sono il supporto fondamentale per una equilibrata gestione della nostra azienda.
Le Mortelle preserva vaste aree del territorio: vi si trovano infatti due laghi, il più vasto dei quali ha una superficie di 6 ettari. Qui flora e fauna del territorio vengono preservate e tutelate.
La nuova cantina delle Mortelle si colloca sulla sommità della lieve collina che sovrasta la tenuta. La cantina è in gran parte interrata, nell’ottica di un impatto ambientale il più ridotto possibile. è stata costruita usando materiali naturali, sfruttando la termoregolazione delle rocce presenti in profondità nel suolo.
La struttura di forma cilindrica a ipogeo si dispone su tre livelli: al suo interno vengono effettuate tutte la varie fasi del ciclo produttivo del vino, dal ricevimento delle uve, alla vinificazione, allo stoccaggio fino all’invecchiamento in barriques nel piano interrato.
Questa particolare forma architettonica consente di sfruttare le migliori tecnologie per la produzione del vino: tutto il ciclo produttivo avviene infatti “per caduta” seguendo il percorso dall’alto verso il basso, a partire dall’arrivo delle uve nella parte sopraelevata, continuando poi con i processi di vinificazione nella parte intermedia fino all’affinamento nella parte più interrata.
Il Giardino dei Tarocchi
Nei dintorni della splendida Capalbio in Maremma si trova un giardino di ineguagliabile bellezza, il Giardino dei Tarocchi, creato da Niki de Saint de Phalle nella seconda metà del secolo scorso. Il Giardino ospita le grandi e suggestive sculture dell’artista francese, raffiguranti i 22 Arcani Maggiori delle carte dei Tarocchi.
L’eclettica artista ha tratto ispirazione dal Parque Guell di Antoni Gaudì a Barcellona, e ha creato una sorta di percorso spirituale con sculture dai significati simbolici ed esoterici che sono una metafora della vita. I percorsi si snodano liberamente per il Giardino seguendo le sinuosità del terreno, e sul cemento delle strade sono incise citazioni, messaggi e pensieri che accompagnano il visitatore lungo il suo cammino iniziatico. La creazione del Giardino nasce dalla volontà di Niki di costruire un “piccolo angolo di paradiso in cui uomo e natura si incontrano”.
La scelta cade su un piccolo terreno di macchia mediterranea nella selvaggia Maremma di proprietà di amici, a pochi chilometri dall’affascinante cittadina di Capalbio in località Gravicchio.
Qui l’artista inizia a creare e costruire personalmente le grandi sculture che popolano il Giardino. I 22 Arcani maggiori dei Tarocchi sono costruiti in acciaio ricoperte da cemento con vetri, specchi e ceramiche colorate. La creazione del Giardino ha impegnato l’artista per oltre diciassette anni e ha visto all’opera grandi artisti contemporanei, tra cui anche Jean Tinguely, marito dell’artista.
Le carte rappresentano la personale visione dell’artista del significato simbolico ed esoterico dei Tarocchi, a cui era molto affezionata. La loro disposizione all’interno del giardino è suggestiva, come se questi stessero narrando la storia della vita dell’artista.
La Papessa è sicuramente l’opera più rappresentativa. Raffigurata come una grande donna “sfinge”, questa scultura era la casa di Niki quando lavorava al Giardino. E poi la Giustizia, con all’interno la scultura dell’ingiustizia di Jean Tinguely chiusa da un enorme lucchetto, l’Albero della vita, i cui rami sono teste di serpente e il fusto è ricoperto da iscrizioni e disegni dell’artista. E ancora il Diavolo, il Mago, il Sole, la Ruota della Fortuna e gli altri arcani.
Il Giardino dei Tarocchi è sicuramente un posto magico, un piccolo angolo di Paradiso in Maremma dove davvero arte, uomo e natura si fondono all’unisono.
Tenuta dell’Ammiraglia
Di proprietà della famiglia Frescobaldi, sorge nel cuore della Maremma, territorio di grande potenzialità per la produzione di vini di alta qualità
La famiglia dei Marchesi Frescobaldi si dedica alla produzione vitivinicola in Toscana da oltre 700 anni. I vini furono apprezzati già nel 1500 da Donatello e dai principali artisti del Rinascimento, arrivando sulle tavole della Corte Papale di Leone X e del Re d’Inghilterra Enrico VIII.
Le tenute dei Frescobaldi sono situate in alcune delle zone più vocate ed apprezzate della Toscana e rappresentano realtà produttive indipendenti, con agronomi ed enologi dedicati.
La nuova Tenuta dell’Ammiraglia è stata inaugurata nel 2011 puntando sul territorio incontaminato e affascinante della Maremma Toscana.
La Tenuta, di proprietà della famiglia Frescobaldi, si trova a Magliano, nel cuore dellaMaremma, ed è circondata da vigneti che dipingono suggestive geometrie sulle colline circostanti. E’ un territorio ideale per la produzione dei vini, ricco di bellezze naturali affascinanti e ancora incontaminate. Nel periodo estivo, l’elevata luminosità solare, combinandosi con le brezze marine, crea condizioni particolarmente favorevoli alle qualità organolettiche dei vini. La combinazione di tutti questi fattori regala ai vini dell’Ammiraglia un’eccezionale varietà e ricchezza di profumi, unici in Maremma.
La cantina d’autore dell’architetto Piero Sartogo è un perfetto esempio di design al servizio della qualità produttiva e del rispetto per l’ambiente circostante: sfrutta la naturale gravità per i travasi del vino, utilizza energia da fonti rinnovabili ed ha il tetto ricoperto di piante, per favorire l’integrazione nel territorio e creare il microclima ideale nella sottostante barriccaia.