Parchi e Riserve

Aree marine e naturali riserve e oasi

La Maremma, è una zona  incontaminata il cui territorio è ancora integro e prevalentemente costituito da macchia mediterranea con  numerose aree naturalistiche protette.

L’ideale per un turismo slow, fatto di panorami emozionanti, silenzi e profumi che lasciano spazio alla rigenerazione del corpo e dello spirito.

Il Parco Naturale della Maremma, è una’rea vasta che si estende lungo il tratto meridionale dalla costa da Principina a Mare fino a Talamone a ridosso dei Monti dell’Uccellina.

Inoltre nel ricchissimo patrimonio naturalistico della Maremma troviamo 13 Riserve Naturali, 8 fra Riserve Naturali di Popolamento, Biogenetiche, di Protezione, Integrali e varie oasi del WWF; in tutto quasi 40000 ettari di riserve naturali.

Il Parco Naturale della Maremma

Il Parco Naturale della Maremma si estende per circa 100 kmq, comprendendo al suo interno diversi ambienti naturali.

L’interesse per questo parco è rappresentato proprio dalla splendida varietà degli ambienti presenti, che sono in grado di mostrare tutte le caratteristiche principali degli habitat maremmani.
Visitando il parco si scopriranno colline ricoperte di boschi e macchia mediterranea, litorali sabbiosi e scogliere che digradano sul mare, e ancora distese pianure popolate dai cavalli selvatici e dagli splendidi esemplari di razza chianina.

Nella parte settentrionale si trovano degli ambienti lacustri, come la zona della Trappola, il posto ideale per praticare il birdwatching, e osservare diversi uccelli come il cavaliere d’Italia e l’occhione.
I monti dell’Uccellina, che rappresentano la parte predominante del parco, sono una catena di colline parallela alla costa rivestita di macchia mediterranea, che culmina con la vetta più alta che è Poggio Lecci (417 metri). In queste colline sono numerosi gli avvistamenti di mammiferi come cinghiali, volpi, daini e caprioli.
La zona costiera ospita arenili per circa 20 km, che partono dalla Bocca dell’Ombrone fino a Cala di Forno, dove poi i Monti dell’Uccellina degradano formando scogliere scoscese.

 

PARCO DELLA MAREMMA
Per informazioni: www.parco-maremma.it

Ingressi al parco della Maremma:
Centro visite di Alberese
Via Bersagliere, 7/9 – Alberese (Gr)
Tel. +39 0564 407098 – Fax. +39 0564 407278
Aperto tutti i giorni, inclusi i festivi, con questi orari: dal 1 Ottobre al 22 Marzo dalle 8.30 alle 13.30, dal 23 Marzo al 30 Settembre dalle 8 alle 17.

Centro visite e acquario di Talamone
Via Nizza, 12 – Talamone (Gr)
Tel. +39 0564 887173 – Fax. +39 0564 887173
Aperto tutti i giorni, inclusi i festivi, con questi orari: dal 1 Settembre al 30 Giugno dalle 8 alle 13, dal 1 Luglio al 31 Agosto dalle 8 alle 12 e dalle 17 alle 20.

Riserva naturale Diaccia Botrona

La Riserva naturale Diaccia Botrona si trova in Maremma e si estende su oltre mille ettari di territorio ed è considerata la più significativa area umida italiana (dal ’91 riconosciuta anche di importanza internazionale). Istituita nel ’96, è ciò che rimane dell’antico Lago Prile, che arrivò ad occupare 50 chilometri quadrati e fu prosciugato nel XIX secolo. Il padule occupa, allo stato attuale, circa 700 ettari, a ridosso della pineta di Castiglione della Pescaia si allunga sulla pianura che collega la stazione balneare con Grosseto.

La Diaccia Botrona in Maremma possiede un raro e significativo ecosistema, che ospita un’incredibile varietà di microrganismi viventi, sia vegetali che animali. E’ una vera e propria “banca genetica” che dà un grande contributo al mantenimento della biodiversità della zona.

Le formazioni vegetali presenti sono caratterizzate dal salicornieto che occupa il lato ovest della Diaccia e dal limoneto. Quelle esclusivamente tipiche della palude sono la cannuccia palustre, i giunchi e i carici. In questa area sono presenti anche una quindicina di specie di orchidee, alcune di particolare interesse per bellezza e rarità. Infine della vasta foresta che un tempo ricopriva gran parte della pianura maremmana rimangono solo piccoli frammenti formati da frassini, olmi e tamerici.

L’avifauna rappresenta la componente più interessante e più spettacolare della riserva. Sono, infatti, circa 200 le specie rilevate che si avvicendano nell’arco dell’anno, di cui circa 80 nidificanti. Tra le più importanti il falco di palude, l’albanella reale, l’airone bianco, il falco pescatore, il nibbio, il falco pecchiaiolo, il chiurlottello, la garzetta, la sgarza ciuffetto, la pittima reale, l’airone rosso, il tarabuso, la ghiandaia marina e il cuculo dal ciuffo. Tra i mammiferi che abitano la Diaccia troviamo volpi, ricci, istrici, tassi, lepri e nutrie. Numerosi sono anche i rettili, tra cui la testuggine palustre, la bisca dal collare, il biacco, il cervone, il colubro di Esculapio, la lucertola, l’orbettino, il ramarro, la luscengola, la testuggine terrestre e il geco. Le acque sono popolate da crostacei, anellidi, aracnidi ed insetti.

Orari:
Centro Visite di Casa Ximenes:
Giugno – Agosto: tutti i giorni, escluso il lunedì, 16.00-22.00
Settembre – Maggio: dal giovedì alla domenica, 13.00-19.00
Su prenotazione è anche possibile effettuare gite in barca nel “padule” con la guida turistica
Contatti:
Provincia di Grosseto, settore Conservazione della Natura
Tel: 0564 484581
Centro Visite di Casa Ximenes
Tel: 347 5345189 – 339 4331553

Oasi WWF di Orbetello

Grazie alla sua posizione geografica vede la concentrazione di migliaia di uccelli, soprattutto in inverno.

L’Oasi WWF di Orbetello in Maremma è la laguna più importante del mar Tirreno. Qui è possibile vedere il cavaliere d’Italia comune che nel 1964 ha ispirato Fulco Pratesi e le azioni di Hardy Reichelt per creare una delle prime aree protette del WWF. Per il WWF, Orbetello è un oasi storica così come una delle sue aree protette più famose e importanti.

Laguna, macchia mediterranea, dune costiere, prati, pineta … L’Oasi di Orbetello è l’habitat ideale per molte specie di uccelli.

Una zona umida di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar) l’Oasi di Orbetello protegge 300 ettari di laguna salata da dove emergono piccole isole ricoperte di vegetazione palustre. Il Tombolo della Giannella, che corre lungo la costa è coperto da una lussureggiante macchia mediterranea, mentre nell’entroterra ci sono boschi di pioppo, querce e olmi.

Lo stato di conservazione e la posizione lungo le rotte migratorie favorisce la concentrazione di migliaia di uccelli, soprattutto in inverno, come fenicotteri, trampoli comuni, grandi garzette, aironi cenerini, falchi pescatori, mestolone settentrionali, spatole, avocette eurasiatici pied ecc Inoltre, l’Oasi di Orbetello è anche l’unico sito di riproduzione della terna comune e fraticello lungo la costa tirrenica.

Eccezionale è la presenza della rara tigre coleottero Cicindela majalis. Oltre a Orbetello la specie si trova esclusivamente in Camargue (delta del Rodano, Francia).
Nella riserva naturale di Orbetello è abbastanza facile da individuare tracce di diverse specie di mammiferi tra cui volpi, tassi e porcospini.

CONTATTI E ORARI
L’ Oasi di Orbetello in Maremma è aperta dal 1° settembre al 1° maggio.
Le visite sono libere, con partenza da Loc. Ceriolo, sabato e domenica dalle ore 9:30 alle 13:30. Chiusura 15:30.
Per visite guidate, (gruppi e scolaresche) è necessario concordare preventivamente.
Nei mesi di luglio e agosto è possibile comunque visitare l’Oasi, ma solo su prenotazione, il martedì ed il sabato, alle ore 17:30.
Ingresso Oasi
SS Aurelia km 148.300,
Località Ceriolo III°
Albinia – Orbetello (Gr).
Telefono: 0564/898829
E-mail: oasiorbetello@wwf.it
L’Oasi WWF di Orbetello è la laguna più importante del mar Tirreno.

Area archeologica di Roselle

L’area archeologica di Roselle è in Maremma, situata a circa 8 Km a nord di Grosseto, conserva i resti dell’antico abitato che qui sorgeva in età etrusca e romana. Il contesto geografico era particolarmente favorevole per la particolare situazione idrogeografica, che permetteva alla città di controllare il Lago Prile, ampia laguna comunicante con il mare che in età etrusca occupava l’attuale pianura maremmana.

La città di Roselle venne organicamente abitata dalla prima metà del VII sec. a.C. Risale a questo periodo, infatti, il cosiddetto “edificio con recinto”, costruzione con probabile destinazione pubblica i cui resti sono oggi visibili nell’area del Foro romano.

Nel VI sec. a.C. Roselle era ormai un importante centro urbano come testimonia la cinta muraria costruita in opera poligonale, che recingeva le due colline dove era impiantata la città.
Un recente restauro (2003-2004), effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha reso fruibile ai turisti la visita di gran parte del circuito murario.

Nel VI sec. a.C la valletta intermedia e le due alture erano ampiamente urbanizzate, pur conservando una fisionomia diversa. Nella collina settentrionale furono realizzati, per lo più, edifici privati come dimostrano i resti della Casa dell’Impluvium, che rappresenta uno dei più antichi esempi di casa ad atrio con impluvio. Nell’altura meridionale erano concentrate strutture di tipo artigianale come testimoniano i forni per la cottura della ceramica, mentre nella valletta intermedia furono realizzate le costruzioni di maggior prestigio con probabile destinazione pubblica come la “Casa a due vani”, oggi visibile accanto all’Edificio con Recinto.

La città etrusca di Roselle, in Maremma, fu conquistata dai Romani nel 294 a.C., ma solo nella prima età imperiale fu interessata da un’intensa attività edilizia e monumentale, grazie anche alla munificenza di potenti famiglie locali quali i Viciri e i Bassi assurte al rango senatorio.

Sono riferibili, infatti, a quest’epoca l’anfiteatro, localizzato sulla collina settentrionale, il monumentale complesso forense con le costruzioni che vi si affacciano – come la Basilica dei Bassi con gli altri due piccoli edifici absidali sul lato settentrionale e la sede del Collegio dei Flamines Augustales su quello meridionale.

Ancora nella prima metà imperiale la Domus dei Mosaici, esempio tipo di abitazione romana con atrio ed impluvium centrale, fu ristrutturata con l’ inserimento di un impianto termale vero e proprio.
Più tardi, intorno al 120 d.C., furono, invece, costruite le terme pubbliche, oggi visibili sulle pendici della collina nord.
Dimostrazione dell’evidente ripresa economica, favorita dalla politica di Roma, è il complesso statuario dedicato alla famiglia imperiale, rinvenuto nella sede del Collegio dei Flamines Augustales, sacerdoti addetti al culto dell’imperatore.

L’impressione di una città abbastanza vitale, almeno durante il corso del I sec. d.C., è confermata dal ritrovamento, all’ interno della cosiddetta Basilica dei Bassi, di un secondo ciclo statuario.

I due complessi sono oggi esposti presso il museo Civico di Grosseto.
Nella tarda età imperiale Roselle fu, invece, soggetta alla decadenza che investì progressivamente le città romane: l’unico intervento di cui oggi abbiamo documentazione è l’impianto termale che fu costruito presso una delle porte della città, grazie all’intervento del governatore della Tuscia e dell’Umbria. I resti sono oggi visibili all’ingresso dell’area archeologica.
In età medievale Roselle era comunque un centro modesto,ma nonostante l’inarrestabile degrado, accolse, nel 499, il suo primo vescovo: Vitaliano. La cattedrale della diocesi e il cimitero furono impostati sopra i resti delle terme pubbliche del 120 d.C., utilizzandone le strutture preesistenti.

Nel 1138 una bolla di Papa lnnocenzo III sancì il trasferimento della diocesi nel vicino centro di Grosseto e da allora progressivo fu l’abbandono dell’ antica città.

Area archeologica di Roselle in Maremma
Via dei Ruderi, loc. Roselle (Gr)
Tel. 0564-402403
Apertura:
Da domenica 27 marzo fino a domenica 30 ottobre 2016 l’area sarà aperta tutti i giorni con ingresso dalle ore 10,15 alle ore 18,45 (la biglietteria chiude alle ore 18)
Dal 1 novembre fino al 26 marzo 2016 l’area sarà aperta con ingresso quotidiano dalle ore 8,15 alle ore 16,45 (la biglietteria chiude alle ore 16)
Ingresso:
intero € 4,00
ridotto € 2,00 (per i cittadini della Comunità Europea di età compresa tra i 19 e i 25 anni e per gli insegnanti di ruolo nelle scuole statali, dietro presentazione di documento attestante).
Ingresso gratuito per i cittadini della Comunità Europea fino al compimento del diciottesimo anno.
Ingresso gratuito per tutti ogni prima domenica del mese.

Parco Faunistico del Monte Amiata

Una vera e propria novità nel sistema dei parchi a livello nazionale, il Parco Faunistico del Monte Amiata; si ispira ai wild park tedeschi, ma aggiunge a quelle esperienze nuovi contenuti ed altri obiettivi.
Si pone come strumento di sperimentazione e di gestione naturalistica al servizio di tutti e, in special modo, delle istituzioni e delle popolazioni presenti nel territorio del Monte Amiata.

Il Parco è impegnato soprattutto nella organizzazione di attività didattiche e di sensibilizzazione, nel favorire la ricerca scientifica naturalistica e nella conservazione di specie animali e vegetali a rischio di scomparsa.

All’interno delle aree faunistiche, integrate fra loro, sono presenti specie animali che hanno, o hanno avuto in passato, un ruolo negli equilibri dell’ambiente appenninico. Si può passeggiare attraverso appositi sentieri attrezzati ed osservare ungulati quali cervi, daini, caprioli, camosci, mufloni. Numerose sono le specie ancora naturalmente presenti nella zona, alcune delle quali minacciate d’estinzione o erosione genetica. Percorrendo i sentieri possono essere avvistati, in un’apposita grande area, gestita come una vera e propria riserva genetica, i rari e fieri lupi appenninici, altrimenti difficilissimi da vedere nei loro atteggiamenti più naturali ed affascinanti. Progetti particolari riguardano il Capovaccaio, la Starna, l’asinello Sorcino Crociato di razza amiatina ed altro ancora.

Il territorio dove insiste il Parco Faunistico del Monte Amiata è assai interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. L’ambiente naturale è caratterizzato dall’incontro tra rocce calcaree, nelle quali la vegetazione è rappresentata soprattutto da licheni, sassifraghe e piante spinose, in contrasto con le arenarie dove si sviluppano boschi mesofili di latifoglie, soprattutto castagni e faggi.
Il Parco è inserito nel progetto regionale “I sentieri dell’arte”; è, inoltre, in via di allestimento un giardino botanico, un giardino delle farfalle ed un osservatorio astronomico; e, nel centro storico di Arcidosso, è in continuo divenire il Centro visita di tipo museale del Parco Faunistico e delle Riserve Naturali del Monte Amiata.
All’interno, oltre alla Direzione ed i servizi, è disponibile una sala polivalente per esposizioni, mostre, o incontri di studio e di lavoro per gruppi fino a settanta persone. I box ospitano asinelli amiatini e cavalli maremmani.

Parco Faunistico del Monte Amiata
Aperto tutti i giorni, escluso il lunedì dalle 7,15 al tramonto. Si visita seguendo sentieri già tracciati. Per informazioni, 0564 966867

parcfaun@amiata.net